DIALOGARE CON IL COMPUTER
E' stato lo scienziato che ha fondato l'informatica moderna e ha gettato le basi per gli studi per l'intelligenza artificiale, Alan Turing, a descrivere nel 1950 (in
Computing Machinery and Intelligence) il dialogo tra uomo e macchina come modo per misurare il grado di intelligenza:
il famoso Test di Turing prevede una macchina che finge di essere un uomo in un dialogo mediato dal computer: se la maggior parte degli interlocutori non si accorge che dall'altra parte c'è un software allora il programma si può dire intelligente.
L'aspetto veramente interessante del test di Turing è che una macchina non deve essere veramente intelligente (nel senso umano del termine) ma apparire tale.
CHATBOT
L'approccio di Turing ha stimolato, fin dai primi anni dell'era informatica, lo studio dei chatbot.
Un chatbot: è un programma il cui scopo è di simulare una conversazione intelligente con uno o più esseri umani attraverso metodi testuali, sonori e con l'eventuale ausilio di una grafica.
IL PRIMO CHATBOT: ELIZA
Il primo chatbot è stato creato tra il 1964 e il 1966 da Joseph Weiznbaum al MIT e si chiamava DOCTOR anche se poi si è diffuso con il nome di ELIZA. ELIZA simulava (ma l'autore preferiva usare il termine
parodiava) uno psicanalista rogeriano che intervistava un suo paziente.
Contrariamente a tutte le aspettative (e anche le speranze) dell'autore,
ELIZA ebbe un successo enorme e tantissime persone la scambiarono per un psicoanalista umano (credenza che ha preso il nome di
Eliza effect).
ALTRI BOT
Il metodo utilizzato da Wieznbaum per costruire ELIZA è stato quello di mappare il linguaggio attraverso parole chiave e, su questa falsa riga, negli anni successivi, sono stati realizzati molti altri bot.
Anche altri approcci sono stati provati con successo tra cui quello del Case Based Reasoning dell'AIML (di cui il bot più famoso è ALICE), sistemi ad apprendimento (Jabberwacky) o sistemi misti (Lingubot, Verbot).
Tutti questi sistemi sono, genericamente, sistemi di azione-reazione:
non c'è una reale comprensione del linguaggio ma un insieme di risposte a diversi stimoli precodificati.
CHIACCHIERE
Per anni i ricercatori impegnati nella costruzione di chatbot hanno realizzato principalmente programmi in grado di chiacchierare come un essere umano: questo obiettivo era sicuramente legato al desiderio di muoversi verso il superamento del Test di Turing e il principale concorso internazione in cui si confrontavano i diversi automi era il
Loebner Prize: una sorta di Test di Turing semplificato (in quanto si premia il programma meno artificiale).
Questo approccio ha sicuramente fatto sviluppare metodologie e linguaggi ma ha anche finito per concentrare la ricerca dei chatbot sulla pura chiacchiera: cioè su
un dialogo da party, non specifico e non finalizzato.
L'approccio delle interfacce dialoganti di Dialobot utilizza le tecnologie e i metodi dei chatbot tradizionali ma li declina su domini più ristretti. L'efficacia di un chatbot (ma meglio sarebbe dire di un assistente virtuale), la sua utilità, è infatti legata al dominio di competenze del bot stesso, dominio che può essere
aperto o chiuso.